IL PRIMO PAZIENTE DI NEURALINK SPIEGA PERCHÉ HA SCOMMESSO IL SUO CERVELLO SUL CHIP DI ELON Il futuro dell'integrazione uomo-macchina non è più teorico. È già dentro la testa di qualcuno. Noland Arbaugh, il primo paziente umano di Neuralink, sta sollevando il velo su una delle tecnologie più dibattute del nostro tempo, spiegando esattamente come e perché ha scelto di avere un'interfaccia cervello-computer impiantata: "Non sapevo cosa fosse Neuralink quando ho fatto domanda. Le sperimentazioni umane erano appena iniziate. Non avrei mai pensato di ottenerlo in un milione di anni, ma man mano che superavo i colloqui, mi sono reso conto che era una possibilità molto reale. Volevo solo trovare un modo per fare la differenza, e questa sembrava una grande opportunità per restituire qualcosa." Parla del processo di selezione, dell'intervento chirurgico e dei rischi molto reali. Il suo argomento: la possibilità di riacquistare indipendenza e comunicazione valeva il rischio. Per qualcuno che vive con la paralisi, lo status quo era peggiore dell'esperimento. Neuralink non è più un concetto o una demo con un maiale. È un uomo che controlla un computer con i suoi pensieri, spiegando con le sue stesse parole perché si è iscritto. Il futuro è arrivato silenziosamente, un volontario alla volta. Fonte: @ModdedQuad, @neuralink, @elonmusk